Dopo aver vissuto: i diversi volti di Tokyo, la natura di Hakone e del monte Fuji, l’insolita Nagoya e il suo castello, i mille templi di Kyoto, volevamo sperimentare qualcosa di completamente diverso e unico. La scelta è ricaduta sul Monte Koya. Una località un po’ insolita e fuori dai classici itinerari turistici.
Vi starete allora chiedendo il motivo di tale scelta. E’ presto detto: il monte Koya è semplicemente uno dei luoghi più spirituali del Giappone. In questo luogo sacro, in un’atmosfera fuori dal tempo, a circa 1000 metri di altitudine sorgono più di 100 templi circondati da fitte foreste. Molti di questi templi non sono solo visitabili, ma danno la possibilità di soggiornarvi, offrendo ai turisti che si spingono fin quassù di vivere un’esperienza unica e autentica: quella di sperimentare lo stesso stile di vita dei monaci Buddisti che lo gestiscono. Potevamo perdere questa occasione?
Partiamo dal principio. Raggiungere il Monte Koya non è proprio una passeggiata. Tra treno, funicolare e un ultimo tratto in autobus sono necessarie da Kyoto 3 ore per raggiungerla. Tra l’altro è curioso il fatto che i pochi chilometri che separano la stazione di arrivo della funicolare alla cittadina di Koyasan devono essere fatti necessariamente in autobus perche è vietato percorrerli a piedi (credo perchè la zona sia considerata sacra).
Al nostro arrivo ci dirigiamo direttamente al tempio che ci ospiterà per la notte: l’Hongakuin. Entriamo da una grande porta simile a quelle viste nei vari templi Buddisti incontrati nel nostro viaggio. La struttura del tempio è imponente e allo stesso tempo rassicurante. E’ costruita rigorosamente in legno e arricchita al suo interno da un giardino zen curatissimo e un piccolo laghetto.
Siamo pur sempre in un tempio Buddista e ci sono alcune regole da rispettare. Non si può entrare con le scarpe che vanno lasciate all’ingresso e sostituite con le tipiche ciabatte giapponesi (uwabaki). Stessa cosa per gli abiti, all’interno del tempio va indossato la tradizionale veste yukata, anch’essa messa a disposizione di ciascun ospite. E’ proprio un giovane monaco che vive qui che accogliendoci ci da queste prime indicazioni ed inizia a guidarci nel resto della struttura spiegandoci gli orari e i servizi disponibili. Arriviamo finalmente nella nostra stanza che è in rigoroso stile giapponese. La parola chiave è semplicità: porte scorrevoli di legno e carta di riso all’ingresso, nessun mobile all’interno ad eccezione di un armadio e di un tavolino basso. Una seconda porta di riso divide la stanza lasciando dietro di se un piccolo tavolino e due sedie di fronte ad una finestra. Mi sembra di essere finitoin uno di quei cartoni animati giapponesi che vedevo da bambino.
La cena ci viene servita in stanza verso le 18.00. Due giovani monaci entrano ognuno con tre bellissimi vassoio rossi pieni di tante piccole ciotoline. La cena è in stile vegano e questo mi preoccupa un po’. Con timore misto a tanta curiosità ed entusiasmo esploro le varie pietanze riuscendo a riconoscere solo: tofu, verdure fermentate, tempura, frutta, riso e zuppa di miso. La presentazione dei piatti è estremamente curata grazie alle moltissime decorazioni fatte con foglie, semi e piccoli fiori. Confesso però di aver apprezzato di più l’armonia dei piatti che il loro gusto.
Verso le 20.00 gli stessi monaci tornano a farci visita ritirando i vassoi e preparando la stanza per la notte. Dagli armadi presenti nella nostra stanza infatti tirano fuori tatami e futon e li predispongono al centro della stanza. Tante sono state le emozioni vissute che non avevo notato la totale assenza dei letti nella stanza fino a quel momento.
Dopo una notte tranquilla e rilassante veniamo svegliati verso le 5.30 del mattino dal suono della campana che annucia l’inizio della meditazione mattutina. L’esperienza è decisamente suggestiva e coinvolgente.
Suggerisco a tutti di visitare il Monte Koya, non solo per provare l’esperienza di dormire in un tempio ma anche perchè qui ci sono dei luoghi incredibili come il cimitero Okunoin, il luogo forse più mistico e sacro di tutto il Giappone.
Complimenti Mirko per il tuo blog e per l’ultimo articolo che hai scritto. Il Giappone mi ha sempre appassionato, spero davvero di visitarlo presto!
Che meraviglia il Giappone, hai vissuto delle splendide esperienze da quanto leggo!! Complimenti per il tuo blog! 😀
Selena